Con l’entrata in vigore della legge 116/21 (che prende il nome dal primo firmatario on. Mulè) che indica l’obbligo dei defibrillatori per alcune categorie, anche l’Italia sta iniziando a introdurre la cultura della prevenzione riguardo l’arresto cardiaco.
Dotarsi di defibrillatore diventa infatti indispensabile per scuole e università, mezzi di trasporto come autobus, aerei e treni, e per gli uffici pubblici. È poi fortemente raccomandato in azienda: sono sempre di più, infatti, le aziende che stanno introducendo nelle loro strutture defibrillatori automatici e semiautomatici.
La sicurezza di atleti e frequentatori abituali delle palestre diventa quindi fondamentale: oltre che per le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e Professionistiche, per cui il defibrillatore era obbligatorio già dal 2012 con la Legge Balduzzi, questo dispositivo salvavita è ora obbligatorio anche per le palestre.
Il Decreto Balduzzi, nella parte che riguarda l’obbligo del defibrillatore, è stato attuato attraverso il decreto del Ministero della Salute e di quello per gli Affari regionali, il turismo e lo sport del 24 aprile 2013, che disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita. Il Decreto 24 aprile 2013 ha disposto (articolo 5, comma 5) l’obbligo per le società sportive professionistiche e per quelle dilettantistiche di dotarsi di defibrillatori semiautomatici, rispettivamente, entro 6 mesi ed entro 30 mesi dalla data di entrata in vigore del medesimo Decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 luglio 2013. Le linee guida allegate al Decreto, poi, aggiungono altri obbligo per le società sportive:
- deve essere presente personale formato e pronto a intervenire;
- il defibrillatore deve essere facilmente accessibile, adeguatamente segnalato e sempre perfettamente funzionante;
- i corsi di formazione devono essere effettuati da Centri di formazione accreditati dalle singole Regioni.
Purtroppo, nessuno è esente dal rischio di arresto cardiaco, che può colpire sia uomini che donne di qualsiasi età e condizione di salute. Per questo motivo lo Stato italiano ha lavorato per introdurre l’obbligo di defibrillatore nei luoghi più frequentati, soprattutto dove si pratica sport e l’attività cardiaca è più intensa.
La presenza di un defibrillatore e la presenza di personale adeguatamente formato aiuta a ridurre il rischio di morte legato ad arresto cardiaco di circa l’80%.